
La neve cade leggera, silenziosa e candida e fiocco dopo fiocco va a ricoprire ogni cosa di un manto ovattato. Gli alberi spogli appaiono più rigogliosi, la terra dura, dormiente, con i suoi fili d’erba radi e ingialliti si veste di bianco e assume agli occhi morbidezza e fascino. A volte la neve cade anche dentro di noi. La lasciamo scendere sulle nostre fatiche e sui nostri dolori, alla ricerca di una tregua che percepiamo come necessaria. I pensieri si azzittiscono, le emozioni si smorzano. Percepiamo pace e tranquillità…
Ma la neve è leggera e morbida solo all’inizio. Se lasciamo che si sedimenti troppo, rischia di diventare a sua volta un peso eccessivo da sopportare, capace di spezzare ciò che la sostiene (o chi), oppure ancora potrebbe trasformarsi in un impenetrabile strato di ghiaccio, che rende inaccessibile non solo la sofferenza, ma tutto il mondo emotivo, compreso ciò che di buono vi è racchiuso. Il suo manto gelido, poi, ricopre, ma non cancella, anzi, conserva intatto ciò che nasconde. E allora, lasciamo che la neve cada, se ne sentiamo il bisogno; godiamo della sua bellezza e della calma che dona. Ma quando arriverà il momento di lasciarla sciogliere, dovremo essere pronti a prenderci cura di ciò che pian piano riemergerà. Essere consapevoli delle nostre forze e delle nostre risorse ci aiuterà ad affrontare questo lavoro interiore con maggior sicurezza e ci permetterà di riscoprire la nostra profonda energia vitale.