Ci sono tragedie che sconvolgono l’anima e che fanno echeggiare la loro potenza distruttrice e mortifera anche a migliaia di chilometri di distanza dai luoghi direttamente colpiti. Le notizie che si susseguono in queste ore descrivono la devastazione che ha coinvolto il centro Italia e rilevano come le sue dimensioni siano dolorosamente in crescita, lacerando il cuore anche a chi ha solo appreso l’accaduto dai media. L’attenzione, giustamente, è tutta su chi ha perso la vita, i familiari, la casa e deve affrontare un futuro pieno di dubbi, paure ed incognite ed in loro favore si stanno attivando tante iniziative di sostegno a vari livelli. Ma il mio pensiero corre anche a qualcun altro. Tanti sono i soccorritori partiti da tutta Italia per prestare il loro aiuto, accettando il rischio di diventare a loro volta vittime del terremoto, non solo per la possibilità di ulteriori scosse o cedimenti, ma anche per i risvolti psicologici che interventi del genere portano con sé. Trovarsi di fronte a paesi interamente distrutti, estrarre dalle macerie persone che non ce l’hanno fatta, sentire per ore le urla di chi ancora è là sotto e vedere sui volti dei sopravvissuti il terrore e la disperazione sono a loro volta esperienze altamente traumatiche, che segnano indelebilmente chi le vive e che possono rendergli difficile il ritorno ad una vita normale. Flashback, incubi, pensieri intrusivi, sforzi per evitare stimoli che rimandano a quanto vissuto, fatica a ricordare, eccessiva irritabilità e reattività, senso di colpa ed emozioni negative sono solo alcuni dei segnali che evidenziano l’elevato livello di stress a cui si è stati sottoposti. Tali reazioni, molto frequenti tra chi ha avuto a che fare con eventi traumatici, rappresentano una risposta fisiologica del nostro organismo nel periodo immediatamente successivo al trauma e solitamente regrediscono spontaneamente col passare del tempo. In alcuni casi, però, possono protrarsi a lungo, con crisi d’ansia che incidono negativamente su uno o più ambiti di vita ed evolvono in un vero e proprio Disturbo da Stress Post-traumatico (PTSD). Quest’ultimo difficilmente riesce ad essere superato senza una terapia.
L’EMDR può essere applicato già nella fase acuta dell’evento, al fine di rendere più tollerabile l’elevata attivazione fisiologica, e rappresenta un trattamento d’elezione nelle fasi successive e nei casi di insorgenza di disturbi più complessi.
Non essendomi possibile offrire aiuto in loco, ho scelto di mettermi a disposizione dei soccorritori partiti dalla provincia di Milano che nei prossimi mesi dovessero sentire il bisogno di un supporto psicologico.